L’importanza di conoscere la struttura e il funzionamento del tratto cervicale
E’ utile approfondire il funzionamento del rachide cervicale, per capire il meccanismo di qualsiasi trauma in questo tratto della colonna vertebrale, e la sua influenza anche in altri distretti.
La biomeccanica è fondamentalmente una scienza che applica le leggi fisiche e meccaniche alle strutture biologiche come muscoli, legamenti, articolazioni e altre. Quindi, essendo la colonna vertebrale umana una rete complessa di queste strutture, è possibile che dei cambiamenti in queste strutture o nella posizione del cranio (Occipite o C0), in cima al tratto cervicale, affliggano il movimento normale in questo livello.
Inoltre, a causa della prossimità ad elementi anatomici vitali, come nervi cranici, midollo spinale, tronco encefalico, arterie ed altri vasi sanguigni è ovvio capire che qualsiasi cambiamento della biomeccanica del rachide cervicale avrà effetti negativi su queste strutture vitali creando, conseguentemente, problemi anche seri alla salute della persona.
Sappiamo le conseguenze disastrose di una persona che frattura o disloca una vertebra cervicale, sicuramente possono essere invariabilmente fatali o neurologicamente nocive. Quali possono essere le conseguenze, sintomi o altri problemi che questa persona sperimenta quando non ci sono segni visibili (come quelli visti dai RX, risonanza o TAC) di dislocamenti o fratture del tratto cervicale? E che cosa può succedere quando una persona riceve un significativo colpo alla testa (ad es. colpo di frusta), che risulta o no in perdita della coscienza? Solo perché l’analisi radiografica normale risulta in una diagnosi “dentro dei limiti normali”, ciò non significa, necessariamente, che non ci sia stato alcun danno ai biomeccanismi del tratto cervicale.
Non è plausibile che niente sia avvenuto alle strutture che mantengono la stabilità biomeccanica. Si evince che, come minimo, i legamenti vengono stirati brevemente, se non completamente lassi o perfino strappati. In questi casi, molto può fare la differenza anatomica della persona, l’età e la loro forza fisica che determinano se essi sono fatalmente colpiti o se subiscono appena un dolore al collo. Tra questi due estremi, vi sono chiaramente molte persone che soffrono di dolore cronico e di disfunzioni per anni, prima che si possa trovare realmente la causa dei loro sintomi.
Tutte le cose che sono influenzate dalla forza di gravità sono, normalmente, stabili quando il baricentro è in sincronizzazione con le forze e i pesi che gli affliggono. E’ evidente che la struttura della colonna vertebrale dell’essere umano, con in cima la testa poggiata sul tratto cervicale, è meccanicamente stabile quando la testa è direttamente allineata sopra la pelvi.
Un rachide biomeccanicamente stabile è caratterizzato da una testa poggiata verticalmente sul tratto cervicale, e gli occhi, la mandibola, le spalle e la pelvi che sono allineati con l’orizzonte. Non dovrebbero esserci né rotazioni della testa, delle spalle e della pelvi, né alcuna flessione anteriore o posteriore del rachide, dalla cervicale fino alla quinta vertebra lombare (L5).
Qualsiasi deviazione dal centro indurrà un carico di forze assiali e altererà la distribuzione dei pesi della struttura attraverso tutto il corpo.
Tutto ciò è molto evidente nel tratto cervicale.
Cambiamenti nelle strutture biomeccaniche che sostengono il cranio sull’Atlante altereranno la capacità di distribuzione dei pesi nel tratto cervicale. Il cambiamento risultante, nel centro di gravità, può causare asimmetrie posturali che rappresentano uno squilibrio meccanico nell’intero rachide.
I traumi ai legamenti che si attaccano all’Atlante, o al cranio, possono portare ad un completo spostamento del cranio sull’Atlante.
Le strutture anatomiche che provvedono la stabilità dell’articolazione Atlante-Occipitale sono: le membrane Atlante-Occipitale anteriore o posteriore, le membrane del tentorio, i legamenti alari ed i legamenti apicali, i muscoli Sub-Occipitali: Rectus Capitis Posterior Minor (RCPMI) e Maior, Obliquus Capitis Superior e Inferior.
Il muscolo RCPMI si attacca all’arco posteriore dell’Atlante e arriva fino all’Occipite, e tramite il Ponte Miodurale alla Dura Madre.
CHE PROBLEMI PUO’ CAUSARE UN DISALLINEAMENTO NEL TRATTO CERVICALE?
1. I muscoli e i legamenti del tratto cervicale possono causare una diretta irritazione meccanica ai nervi che passano vicino o attraverso di essi. Vi può anche essere una diretta irritazione causata dai muscoli scaleni alla base del collo, e anche una irritazione del nervo frenico che scorre attraverso gli scaleni.
2. Vi può essere una diretta irritazione, compressione o trazione dei nervi vitali e dei vasi sanguigni alla base del cranio, tutte queste strutture passano attraverso il forame nella base cranica, all’altezza della giunzione cranio-cervicale. In particolare, i nervi cranici Glossofaringeo (IX), Spinale Accessorio (XI), Vago (X) e Ipoglosso (XII), e le arterie carotidee e vertebrali.
E’ stato messo in evidenza che traumi all’altezza di C0-C1 hanno comportato problemi anche ai seguenti nervi cranici: Abducente (VI), Facciale (VII), Glossofaringeo (IX),Spinale Accessorio (XI), Vago (X) e Ipoglosso (XII).
3. L’arteria vertebrale passa attraverso il forame vertebrale da C6 a C1, dopo di che perfora la membrana Atlante-Occipitale posteriore e gira per entrare nel cervello, attraverso il Forame Magno. Cambiamenti nella posizione del cranio metteranno in tensione questa membrana ed irriteranno l’arteria. Inoltre, l’arteria potrebbe essere occlusa a causa di una significante componente rotatoria dell’Atlante in relazione all’Occipite e/o all’Asse.
4. Vi potrebbe essere uno stress meccanico che agisce direttamente nel midollo spinale per via dei legamenti dentati, che legano il midollo spinale al perimetro del canale neurale. Vi potrebbe anche essere uno stress meccanico della Dura Madre del tronco encefalico e del cervelletto, attraverso il legamento del Ponte Miodurale.
5. Uno de risultati dello spostamento dell’Occipite rispetto l’Atlante, ed il seguente cambiamento nel baricentro, è la scoliosi. Una delle conseguenze della scoliosi può essere un’irritazione meccanica diretta dei nervi che fuoriescono dal canale spinale in entrambi i lati della colonna vertebrale. In un lato, il nervo spinale può subire compressione e, simultaneamente, uno stretching dall’altro lato. Un leggero stretching e la compressione dei nervi spinali possono cambiare le proprietà di conduzione di questi nervi, con la risultante attenuazione dei segnali del sistema nervoso o la loro amplificazione. Poiché questi nervi controllano varie funzioni del corpo, non è difficile prevedere il mal funzionamento degli organi e/o di altre strutture a causa dei cambiamenti dei segnali nervosi. [leggi anche I sistemi del corpo]
6. L’arteria carotide, che si trova al di sotto del muscolo sternocleidomastoideo, può essere compressa o stirata da questo e/o da altri muscoli, a causa delle forze attivate per cercare di mantenere il cranio in posizione corretta, in cima al tratto cervicale, e durante la rotazione della testa.
Per avere più informazioni a riguardo, si consiglia di leggere i vari articoli su questo sito.
Giovanni Turchetti
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