Approccio osteopatico alle Cicatrici: curare le aderenze con trattamenti fasciali e connettivali
DEFINIZIONE
La cicatrice è un segno lasciato nella cute da una guarigione di una ferita o di una incisione chirurgica, in cui un tessuto funzionale normale è ricostituito da tessuto connettivo cicatriziale.
I cheloidi sono accumulazioni eccessive di tessuto cicatrizzato, oltre a quello che normalmente si riscontra nella maggior parte delle persone. I cheloidi sono masse di tessuto connettivo più sollevate e grosse delle cicatrici.
Le cicatrici e i cheloidi causano sempre aderenze, che a loro volta, nel tempo, portano dei disturbi chiamati “focolai”, i quali manifestano problemi funzionali anche in distretti lontani dalla cicatrice stessa. Questo fenomeno è legato al coinvolgimento del tessuto miofasciale (leggi l’articolo Rilascio Miofasciale) che mette in collegamento tutto l’organismo; e infine è bene ricordare anche il loro spiacevole effetto da un punto di vista estetico.
EZIOLOGIA
Dopo che una ferita profonda e ampia danneggia la pelle, entrambe le cellule cutanee e del tessuto connettivo iniziano a moltiplicarsi per riparare il danno.
Nel tessuto connettivo, i fibroblasti formano una struttura sopra la quale le cellule della pelle possano migrare all’interno e riempire la ferita. Questo è l’equilibrio tra la percentuale di replica dei fibroblasti contro le cellule cutanee, che hanno qui un ruolo importante.
Se i fibroblasti si replicano molto rapidamente, possono formare una rete densa che non è, così, facilmente penetrata dalle cellule della pelle, e ciò porta come risultato un’ampia cicatrice. Se le cellule cutanee mantengono il contatto con i fibroblasti, allora si formerà un piccolo tessuto cicatriziale e la pelle avrà un’apparenza più normale dopo che la ferita è guarita. Nelle persone più giovani, rispetto a quelle anziane, i residui cicatriziali si formano in maniera meno evidente poiché le cellule della loro pelle si replicano più velocemente e riempiono la ferita con un tessuto dermico normale.
CHELOIDI E CICATRICI IPERTROFICHE
I cheloidi sono noduli sollevati e rossicci che si sviluppano nella zona dove c’è stato un trauma. Dopo che avviene una ferita sulla pelle, sia le cellule della pelle che le cellule del tessuto connettivo (fibroblasti) iniziano a moltiplicarsi per riparare il danno. Una cicatrice è costituita di tessuto connettivo, fibre cartilaginose depositate nella pelle dai fibroblasti per mantenere la ferita chiusa. Con i cheloidi, i fibroblasti continuano a moltiplicarsi anche dopo che la ferita si è rimarginata. In questo modo i cheloidi si proietano sulla superficie della pelle e formano ampi cumuli di tessuto cicatrizzato.
I cheloidi si possono formare in qualsiasi parte del corpo, sebbene la parte superiore del petto e del rachide e le spalle siano, particolarmente, soggetti alla loro formazione. I sintomi includono pigmentazione della pelle, prurito, arrossamento, sensazioni strane e dolore.
Si stima che i cheloidi si formino in circa 10% delle persone. Mentre gran parte delle persone non formano mai cheloidi, altre li sviluppano anche dopo piccoli traumi, pizzichi di insetto o brufoli. Persone con il pigmento della pelle scuro sembrano essere più propense alla formazione di cheloidi. Uomini e donne sono ugualmente colpiti.
Una cicatrice ipertrofica è simile a un cheloide. Le cicatrici ipertrofiche sono più comuni. Loro non diventano così grandi come i cheloidi, e possono attenuarsi con il tempo. Esse succedono in tutti i gruppi razziali. I cheloidi sono considerati un tumore benigno, ma creano soprattutto un fastidio estetico e non diventano mai maligni.
Operare su un cheloide, di solito, stimola maggiormente la formazione di tessuto cicatriziale. Persone con cheloidi sono abituate a sentire dire che non c’è niente che si possa fare per liberarsene, ma ciò non è assolutamente vero, l’Osteopatia può far molto riguardo alle cicatrici e ai cheloidi.
Osteopaticamente, le cicatrici vengono trattate con un approccio di tipo fasciale.
Gli Osteopati sanno che le cicatrici non permettono una piena libertà dei piani soggiacenti, creando aderenze che accumulano tensioni, molto spesso, anche a distanza della cicatrice stessa.
Dopo aver trattato le cicatrici, ed aver ristabilito una mobilità dei vari distretti fasciali circostanti, il soggetto migliora dal punto di vista osteopatico e sintomatologico, e riacquista, in special modo, un equilibrio della propria postura in un regime di economia del lavoro muscolare per il controllo della postura stessa.
Giovanni Turchetti
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