COS’E’ LA FIBROMIALGIA?
La fibromialgia è una sindrome che si manifesta principalmente come dolore muscoloscheletrico diffuso e congiunto ad affaticamento (astenia); essa colpisce approssimativamente 1.5 – 2 milioni d’Italiani, e dal 2% al 6% circa della popolazione mondiale, maggiormente del sesso femminile.
Il termine “fibromialgia” significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (legamenti e tendini). Questa condizione è definita “sindrome“, poiché esistono segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti (un segno è ciò che il medico trova nella visita; un sintomo è ciò che il malato riferisce al dottore). Essa può anche avere origini ereditarie.
La diagnosi della fibromialgia comprende, come minimo, la storia degli ultimi 3 mesi dell’insorgenza del dolore e, almeno, 11 dei 18 punti dolenti o tender points. Questi tender points includono tessuti e muscoli del collo, spalle, torace, coste, bassa schiena, cosce, ginocchia, e braccia (gomiti).
La fibromialgia spesso confonde, poiché alcuni dei suoi sintomi possono essere riscontrati in altre condizioni cliniche ben più gravi, come la sclerosi multipla o il lupus sistemico.
Ricerche a lungo termine sulla fibromialgia hanno mostrato che è molto raro, per un paziente sofferente di tale patologia, sviluppare un’altra malattia reumatica o neurologica. Tuttavia, è alquanto comune, invece, che un paziente con già in corso una patologia reumatica possa sviluppare la sindrome fibromialgica.
La fibromialgia può interessare diverse aree del corpo. Il dolore proviene dai tessuti connettivi come muscoli, tendini e legamenti. I pazienti lamentano un dolore profondo, radiante, sordo, bruciante, talvolta lancinante con intensità varie.
La fibromialgia non è una patologia invalidante, e non è stata riscontrata nessuna sua azione sulla durata della vita. Ciò nondimeno, a causa dei vari livelli di dolore ed affaticamento, la vita sociale e lavorativa del paziente è inevitabilmente ridotta in qualità.
Giovanni Turchetti
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