L’importanza dell’attività enzimatica per il nostro organismo
Scienziati della Università di Toronto hanno dimostrato che la vita corre il suo corso in diretta proporzione con il tasso catabolico, che è la misura della rapidità del logorio del corpo o il tasso della distruzione tissutale. Ciò è in diretta proporzione con il processo di invecchiamento. Questa distruzione del tessuto è realizzata dagli enzimi; quanto più veloce è la distruzione, più enzimi sono consumati.
Dr. Howell dichiara che “gli enzimi sono delle vere e proprie unità di misura della vitalità. Gli enzimi offrono un importante mezzo per calcolare l’energia vitale di un organismo. Quello che chiamiamo energia, forza vitale, energia del nervo e forza può essere un sinonimo di attività enzimatica”.
La logica ci dice che la costruzione e la distruzione dei tessuti sono realizzate dagli enzimi. In altre parole, il nostro metabolismo è mantenuto dall’attività enzimatica. Quando il nostro livello enzimatico è abbassato, il nostro metabolismo è abbassato, e così anche il nostro livello energetico.
Quindi, si può affermare che vi è una correlazione tra i livelli di enzima e la giovinezza dei tessuti di un organismo e i suoi livelli di energia.
Le investigazioni hanno dimostrato che in alte temperature, gli enzimi sono consumati più rapidamente che in quelle basse. Quando gli enzimi digerenti dell’amido sono addizionati all’amido della patata e messi in una ambiente ad una temperature di 26.70 gradi Centigradi, questo amido è digerito molto più rapidamente dell’amido con enzimi messi ad una temperatura di 4.40 gradi Centigradi. Come la temperatura aumenta, gli enzimi lavorano più duramente e si consumano più velocemente.
L’idea comunemente prevalente è che gli enzimi non vengano affatto consumati, ma molti test effettuati in laboratorio hanno dimostrato invece che vari enzimi sono stati trovati nell’urina, feci e sudore dopo febbri e attività atletiche, insieme alle altre sostanze consumate: proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali etc.
Sotto osservazione clinica, è stato dimostrato che quando si prende vitamine combinate in capsule, insieme ad enzimi, sono necessarie minori quantità di vitamine e minerali.
Un buon esempio di questo fenomeno è stato visto in un paziente che aveva bisogno di 70 mg. diari di zinco per superare una grave deplezione. Quando il zinco è stato abbinato a certi enzimi, il paziente ha avuto bisogno di soltanto 3 microgrammi diari – una riduzione drastica.
A quanto pare, sembra che il nostro corpo abbia bisogno di quantità minori di vitamine e minerali quando combinati con gli enzimi.
Concludendo, la cosa migliore è assumere ciò che la natura ci offre, sfruttando al massimo il famoso “effetto orchestra”, giammai riproducibile in laboratorio, lasciando l’intelligenza intrinseca del nostro organismo decidere quali e le quantità di nutrienti ha bisogno in quel preciso momento; piuttosto che prendere molecole separate di enzimi, vitamine, minerali etc.
Giovanni Turchetti
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