Fitocomplesso ed i principi attivi delle piante ad azione adattogena
Le piante sintetizzano migliaia di composti vegetali primari e secondari aventi una vastissima gamma di strutture chimiche (Wink, 1999). Comprendere quali composti producano gli effetti adattogeni è stato una sfida, visto la moltitudine di bersagli e di attività espletate da queste piante. A questa sfida si aggiunge, in confronto ai farmaci che sono usualmente concentrati su un solo principio attivo, la complessa azione sinergica degli estratti fitoterapici.
E’ fondamentale e degna di nota la conoscenza di questa azione sinergica, caratteristica di tutti i derivati vegetali, poiché è ciò che li rende efficaci, biodisponibili e unici.
L'”Effetto Orchestra”
Sappiamo che i farmaci, normalmente, sono costituiti da un singolo principio attivo, rappresentati da molecole di sintesi, oppure, come accade spesso, da molecole di origine vegetale isolate dal fitocomplesso, allo scopo di colpire un preciso bersaglio, esplicando un effetto rapido e potente.
Contrariamente, nel fitocomplesso osserviamo la presenza del cosiddetto “effetto orchestra”, costituito dall’insieme di numerose sostanze, sia da principi attivi che da altri componenti, appartenenti a classi chimiche differenti dai principi attivi e anche fra di loro, apparentemente non responsabili dall’attività farmacologica, ma che assolutamente concorrono all’effetto globale.
Essa è un’entità biochimica dinamica e unitaria, costituita dalla reciproca interazione e dalla concomitante presenza di molteplici molecole (varie classi di composti organici, fitonutrienti, oligoelementi, sali minerali, vitamine, enzimi ecc.) le cui funzioni biologiche risultano complementari fra di loro. Siamo di fronte a un vasto complesso di sostanze attive, la cui somma dei singoli componenti va a costituire un meccanismo unitario e produce un effetto terapeutico solo nella sua totalità.
Da quanto appena detto, si può affermare che il fitocomplesso è sempre vincente rispetto a qualsiasi molecola di sintesi, poiché in esso ritroviamo non solo il principio attivo, bensì un’orchestra di tante altre sostanze attive, che la natura intelligentemente ha custodito in quel fitocomplesso, armonizzandolo al meglio.
Per quanto riguarda gli adattogeni, si è verificato che il concetto “un farmaco per una malattia” non è ad esso applicabile. Infatti, le evidenze suggeriscono che gli adattogeni manifestano una maggiore efficacia nella forma di estratti contenenti una combinazione di diverse sostanze efficaci, provenienti da una singola specie vegetale.
Composti Biochimici ad Azione Adattogena
Ricerche correnti indicano che piante e funghi ad azione adattogena contengono, maggiormente, i seguenti composti biochimici:
- Terpeni
- Polifenoli
- Saccaridi
Terpeni
I terpeni fanno parte di un più ampio gruppo di metaboliti secondari, che permettono alle piante di prosperare nel loro specifico ambiente. In questo gruppo si risaltano i triterpeni, che includono le saponine. Tra le saponine vi è una classe chiamata “triterpenoidi”. Alcune saponine triterpenoidi hanno dimostrato avere proprietà adattogene, e includono le seguenti azioni: antiinfiammatoria, epatoprotettiva, immunomodulante, rafforzamento sulle ghiandole surrenali, mimare l’attività dell’ormone ACTH.
Esempi di piante adattogene contenenti saponine triterpenoidi:
– Ginseng Americano
– Ginseng Cinese
– Astragalo
– Dang Shen
– Eleuterococco
– Tulsi
– Liquirizia
– Reishi (fungo)
Polifenoli
I polifenoli includono sostanze chiamate “flavonoidi“, che costituiscono una delle classi di composti più caratteristiche e vaste nelle piante superiori. I flavonoidi hanno soprattutto una spiccata capacità antiossidante. Tra i flavonoidi antiossidanti più importanti possiamo citare la quercetina, il xantumolo e la genisteina.
Saccaridi
Contengono specialmente “polisaccaridi” (multiple unità di monosaccaridi). Piante contenenti polisaccaridi sono immunostimolanti. Essi supportando la salute del sistema immunitario migliorando l’immunità individuale. A livello biochimico, i polisaccaridi permettono alle cellule di comunicare con il sistema immunitario.
Esempi di piante adattogene contenenti polisaccaridi:
– Ginseng Americano
– Ginseng Cinese
– Astragalo
– Eleuterococco
– Liquirizia
– Goji Berry
– Reishi
– Raponticum
– Shatvari
Panossian et al. (1999), e ricercatori prima di essi, hanno lastricato la via per identificare i composti chimici primari, riconosciuti essere i responsabili dell’attività adattogena. Secondo questi ricercatori, ci sono tre classi di composti vegetali responsabili dell’aumento della resistenza allo stress:
- Triterpeni
- Fenilpropanoidi
- Ossilipine
Panossian ha, inoltre, suggerito che queste tre principali classi possono mimare neurotrasmettitori e ormoni coinvolti nell’Allostasi e nel carico allostatico, fornendo un’azione di risparmio e un legame competitivo. Se è così, ciò spiegherebbe come gli adattogeni siano capaci di attenuare la disfunzione dei mediatori dello stress. Si è verificato che alcuni di questi composti vegetali si legano ai recettori della serotonina, della muscarina e dei canali di ione Calcio (Ca2+) (Zhu e Li, 1999).
E’ possibile che essi possano ridurre il carico allostatico grazie a questa capacità di ‘imitazione’, provvedendo, così, ad un’azione economica o una debole risposta. Il supporto per tale imitazione si troverebbe nel metabolismo, comune agli uomini e alle piante, risultando in strutture chimiche simili. Per esempio, il cortisolo, un ormone dei mammiferi, viene prodotto attraverso una biosintesi simile a quella dei terpeni nelle piante (DeWick, 2002).
Triterpeni
Negli adattogeni, i triterpeni includono composti triterpenici come i fitosteroli e i fitoecdisteroidi, entrambi aventi un effetto adattogeno nei mammiferi (Bouic, 2001; Slama, 1993; Oberdorster et al., 2001).
Molte specie di piante adattogene contengono saponine triterpenoidi, in particolare, Panax Ginseng, Eleutherococcus Senticosus e Aralia Mandshurica, genere della famiglia delle Araliaceae.
I fitosteroli sono composti steroidei che funzionano similmente al colesterolo negli animali, per stabilizzare le membrane delle cellule vegetali. I più comuni fitosteroli nelle piante sono i seguenti: Beta-sitosteroli, campestroli e stigmasteroli.
I fitoecdisteroidi, sono identici agli steroidi trovati negli insetti. Si crede che le piante producano questi steroidi proprio per proteggersi dagli insetti.
Fenilpropano
I composti di fenilpropano negli adattogeni (flavonoidi e lignani) sono sintetizzati dalla tirosina, in modo simile alla biosintesi delle catecolamine, norepinefrina e epinefrina (DeWick, 2002).
Questi composti, particolarmente enfatizzati nella Rhodiola Rosea (fam. Crasulaceae), sono: salidroside, rosavina, rosina, rosarina, tirosolo, lignani; schizandrina tipica nella Schizandra Chinensis (fam. Magnoliaceae); flavoni glicosidi, dicotosina, dicotosinina, diffutina, caratteristiche della Hoppea Dichotoma (fam. Gentianaceae) e xantone tetraossigenato caratteristica della Hoppea Fastigiata (Peres et al., 2000).
Flavonoidi e lignani sono il focus principale dell’attività adattogena e spesso hanno attaccate catene di zucchero o terpeni, denominati glucopiranosidi e flavonoidi prenilati. Tali strutture sono molto importanti per la bioattività (Tziveleka et al., 2002; Galichet e Gruissem, 2003).
Ossilipine
La terza classe di composti adattogeni, le ossilipine, sono composti di difesa delle piante, prodotte da esse via un percorso di acetato da grassi polinsaturi (Blée, 1998). Le ossilipine sono simili, nella struttura, ai composti immunitari dei leucotrieni e delle lipossine nei mammiferi, e hanno ruoli biologici simili ai composti eicosanoidi negli animali (Howe e Schilmiller, 2002).
Le ossilipine sono acidi grassi ossigenati. Nelle piante, si crede siano coinvolte nelle strategie di difesa contro patogeni e insetti (Blée, 1998). Specialmente, le ossilipine poli-idrossilate sono quelle che hanno una maggiore attività adattogena (Panossian et al., 1981).
Nei mammiferi, le ossilipine giocano un ruolo importante nelle risposte da stress a infezione, allergia e esposizione a sostanze estranee, che possono costituire un pericolo (Blée, 1998). Si è convinti che le ossilipine poli-idrossilate, provenienti da specie adattogene (Bryonia Alba), siano il composto responsabile dell’attività adattogena (Panossian et al., 1981).
Giovanni Turchetti
Nota: non è consigliabile l’autoprescrizione, si consiglia invece di rivolgersi a personale professionale qualificato, onde evitare interazioni e/o controindicazioni.
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