La conoscenza a vantaggio dell’uomo
Il rischio di sviluppare patologie degenerative, cancro e malattie cardiache è raddoppiato, spesso triplicato, se si è nella più bassa percentuale di consumo di frutta e verdura. Avendo determinati livelli di micronutrienti nel sangue (come alfa-tocoferolo, beta-carotene e alfa-carotene), il rischio si riduce.
In Finlandia, è stato effettuato uno studio sul consumo di vitamine con 29 mila persone, divise in 3 gruppi. Il primo gruppo prendeva placebo, il secondo vitamina E, e l’ultimo betacarotene. La ricerca, che doveva durare 10 anni, si è fermata all’ottavo a causa dell’elevato numero di morti di persone che consumavano vitamina E e betacarotene rispetto al gruppo di placebo.
Altre ricerche hanno dimostrato che non c’è stato alcun miglioramento nel tasso percentuale di cancro e cardiopatie con l’assunzione di questi elementi. Sembra che il processo metabolico funziona solo se si hanno determinati livelli precedenti di micronutrienti nel sangue.
Un altro studio epidemiologico sviluppato nel Massachusetts (USA) dopoguerra, fatto con oltre 10 mila pazienti, ha messo in evidenza una corrispondenza diretta tra il consumo quotidiano di 3 porzioni di frutta e verdura e la riduzione del 22% dell’incidenza dell’ictus, di 6 porzioni diarie una riduzione del 44%, e di 9 porzioni il 66%.
Pare evidente che la soluzione stia in un’alimentazione completa e naturale, di cui frutta e verdura fresca e cruda sono fonti fondamentali.
Il corpo è come una macchina intelligente dove tutte le parti funzionano in coordinamento reciproco. L’alimento offre quello che gli serve e il corpo sa quello che gli serve, e userà quello che è disponibile a seconda di ciò di cui ha bisogno. Le cellule sanno cosa fare, sanno in quali processi sono coinvolte, sanno infine quali fitonutrienti usare e non usare in ogni situazione.
Questi studi dimostrano che gli integratori isolati fanno più male che bene. L’organismo ha bisogno di un’alimentazione bilanciata, ricca in una grande varietà di sostanze nutrienti presenti principalmente in frutta e verdura.
Aggiungi un dubbio a tavola
Il mercato degli integratori cresce: secondo dati Nielsen, dal 1992 al 2003 in Italia il giro d’affari ha superato 1,5 miliardi di euro l’anno. Ma negli ultimi vent’anni il copione sugli antiossidanti, nome che comprende gli integratori più gettonati, vitamina C, E, il betacarotene (precursore della A), oltre al selenio, è stato riscritto più volte. Con conclusioni talora a lieto fine, altre no. Un saliscendi.
Un’ultima indagine, su Lancet, sembra dare un giudizio definitivo. Ha preso in esame 14 studi “randomizzati” e coinvolto 170.525 persone. La conclusione? Non solo gli integratori vitaminici non proteggono dai diversi tipi di cancro, ma sarebbero dannosi. “E’ questione di dosi e di forma. Le vitamine, preziose negli alimenti, possono diventare pericolose alle alte dosi tipiche dei supplementi” osserva Berrino. “Si è anche visto che il betacarotene a dosi elevate aumenta il rischio di cancro al polmone nei fumatori”.
E altri studi hanno dimostrato che la vitamina E aumenta la mortalità cardiovascolare. Si riteneva avesse un ruolo chiave nella salute del cuore, poi studi epidemiologici, come il Gissi prevenzione nel 1998, suggerirono che non avesse effetti significativi sull’infarto. La vera soluzione sta in una dieta sana, con alimenti ricchi di queste sostanze.
[Tratto da Panorama 15/6/2006 Anno XLIV N. 24 p. 37 Dirett. Pietro Calabrese – Gianna Milano e Daniela Ovadia]
Giovanni Turchetti
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