Curare il dolore con l’Osteopatia
COS’E’ IL DOLORE?
Il dolore è un fenomeno soggettivo complesso e multidimensionale, che ancora oggi non è chiaramente compreso. Esso rappresenta il quinto parametro vitale (gli altri sono: pressione arteriosa, polso, frequenza respiratoria e temperatura corporea), pertanto può fornire dati importanti sulle condizioni di salute di una persona.
Il dolore è un segnale d’allarme di qualcosa che non va. E’ uno dei sistemi naturali di difesa del corpo umano che avverte che avete un problema, ma è anche lì per fermarvi nel danneggiare ulteriormente il vostro organismo: è come un semaforo rosso.
E’ una sensazione molto sgradevole e personale, nel senso che ogni persona esperimenta il dolore in modo particolare e molto diverso dell’altra. Ad esempio, la tolleranza al dolore (la quantità di stimoli nocicettivi e la durata del dolore che un individuo è disposto a sopportare) varia moltissimo tra gli individui. Età e stadio di sviluppo sono fattori che influenzano l’esperienza dolorosa, ma anche l’ambiente familiare/culturale e il genere possono incidere sulla capacità d’esprimere il dolore.
Il dolore colpisce la salute psico-fisica ed il benessere dell’individuo. Esso è fisiologico quando rappresenta un sistema di difesa, che manifesta un sintomo essenziale per evitare un danno all’organismo. Però, quando il dolore si prolunga nel tempo può diventare patologico, manifestandosi come una sindrome dolorosa. Inoltre, il dolore può rappresentare un problema primario oppure è associato ad una specifica diagnosi, trattamento o procedura.
Perciò, è fondamentale valutare la causa del dolore per avere un trattamento efficace. Gli Osteopati valutano attentamente l’origine dell’esperienza dolorosa e possono, spesso, fare un bel po’ per aiutarvi a ridurre il vostro livello di dolore e sofferenza.
Ma cosa in realtà causa il dolore? Spesso il dolore è il risultato di un danno tissutale, nel quale il tessuto gonfio o traumatizzato crea una pressione sui nervi. I nocicettori sono i recettori che segnalano una lesione tessutale, trasmettendo la sensazione di dolore al cervello. La nocicezione, o sensibilità agli stimoli dolorifici, si compone di quattro processi: trasduzione, trasmissione, modulazione e percezione. Ci sono inoltre tre tipi di stimoli nocicettivi: meccanico, termico e chimico.
Il dolore può essere descritto in diversi modi:
- Dolore acuto: d’intensità da lieve a severa, è sintomatico e dura per tutto il periodo del recupero previsto (di una malattia, intervento chirurgico o infortunio) ed è considerato di breve durata, indipendentemente dall’intensità.
- Dolore cronico: è continuo, ricorrente o persistente, dura un arco di tempo di 6 mesi o più, è patologico. Talvolta, in casi di patologie che non trovano una cura, il dolore ha una causa ben precisa che perdura malgrado tutti i trattamenti. Ma più spesso, capita che l’origine del dolore sia completamente scomparsa, ciò nonostante, le innervazioni irritate o sovra-eccitate continuano a trasmettere all’encefalo segnali dolorosi. In questo caso, il dolore cronico si è svincolato dalla causa primaria del dolore stesso, creando una sorta di circolo vizioso che va ad alimentare lo stimolo doloroso.
- Dolore cutaneo: viene avvertito sulla pelle o tessuto sottocutaneo.
- Dolore somatico: dolore diffuso che deriva da legamenti, tendini, ossa o vasi sanguigni e nervi. Tende a durare più a lungo del dolore cutaneo.
- Dolore viscerale: deriva dalla stimolazione dei recettori del dolore nel cranio, nel torace e nella cavità addominale, il dolore è diffuso e spesso si ha la sensazione di pressione, bruciore o dolenzia.
- Dolore che s’irradia: viene percepito vicino alla fonte del dolore e si estende ai tessuti circostanti.
- Dolore riferito: è avvertito in una parte del corpo lontana dalla zona di origine dello stimolo nocivo.
IL VOSTRO DOLORE
• Lombalgia
• Dorsalgia
• Cefalea
• Emicrania
• Artrosi
• Sciatalgia
• Sindrome pre-mestruale
• Dolori reumatici
• Dolori articolari
• Cervicalgia
• Etc.
Le efficaci tecniche Osteopatiche vi possono permettere un ritorno alla vita normale. Se voi avvertite un dolore per lungo tempo, e nessun altra forma di terapia vi ha dato giovamento, il trattamento osteopatico può esservi di grande beneficio, sebbene a volte esso richieda tempo e pazienza.
L’Osteopata osserverà l’intera struttura muscolo-scheletrica del corpo e, così, sarà in grado di lavorare per ridurre lo strain e la zona dolorosa causata, magari, da problemi biomeccanici in qualche altra zona. E’ buona norma, comunque, in alcuni casi prendere anche delle medicine, prescritte dal vostro medico di fiducia, durante il trattamento osteopatico.
PROGRESSIONE OSTEOPATICA
Tutti quanti noi abbiamo avuto dolori e algie di varia eziologia, o subito piccoli traumi occasionalmente. La maggior parte delle volte il nostro corpo risolve da solo tali fastidi, mentre siamo affaccendati nel nostro quotidiano. Ma a volte avvertiamo dolori o stiramenti che non vengono risolti propriamente e completamente. Sono sempre lì in sotto fondo, sempre presenti. Il nostro scopo è quello di dimostrarvi quali e quanti effetti secondari possano avere sulla nostra salute tali piccoli traumi.
Prendiamo l’esempio di un paziente che ci viene a trovare per una lombalgia acuta. Egli è piegato in due dal dolore. E’ perfettamente normale che il paziente soffra di un dolore lancinante al tratto lombo-sacrale. Ma quando pongo le mie mani sul suo corpo, mi rendo conto che non è quella zona che devo trattare, magari il suo corpo mi fa capire che il problema è nella spalla. Con un esame più approfondito scopro che la sua seconda costa a sinistra è bloccata.
A questo punto chiedo al paziente se abbia fatto qualche movimento particolare con quella spalla o se precedentemente abbia avuto un trauma. Ed ecco che il paziente, sorpreso di tale domanda, mi racconta che 15 giorni prima, durante un allenamento di pallavolo, di ginnastica o di bodybuilding ha avuto uno stiramento, il dolore è durato tre giorni e poi, tutto è svanito al punto che nemmeno se lo ricordava più, fino a quando non gliel’ho chiesto.
Che cosa è accaduto durante le due settimane dopo il trauma alla spalla? La costa bloccata ha “lavorato” nella gabbia toracica del paziente. Questa restrizione minore dell’articolazione costale è stata moltiplicata per i 28000 respiri che facciamo ogni giorno, e ha influito sui muscoli e legamenti, sulle articolazioni e su tutti i modelli fisiologici di movimento del paziente.
La disfunzione della gabbia toracica ha influenzato tutte le strutture adiacenti causando, così, uno squilibrio dei muscoli addominali da destra verso sinistra, che a sua volta ha causato una rotazione della pelvi. Questa rotazione pelvica ha portato ad una torsione del sacro, e questa torsione infine ad un’infiammazione dei legamenti, creando, così, la lombalgia. Questa è quella che viene definita tecnicamente una Progressione Osteopatica.
Quindi, per curare questa lombalgia devo ridurre, innanzitutto e fondamentalmente, la seconda costa! Trattata la costa, nel giro di poche sedute la lombalgia del nostro paziente scompare.
Giovanni Turchetti
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