Idroterapia o applicazione dell’acqua a fine terapeutico
Le applicazioni di acqua a fine terapeutico costituiscono uno dei più antichi procedimenti curativi dell’umanità. Ippocrate, considerato il padre della medicina, la considerava un metodo terapeutico di prim’ordine e ne fece ricorso con grande frequenza.
Molti dei procedimenti idroterapici fondamentali che vengono usati oggi furono già messi in pratica da Ippocrate: vapori, compresse umide con acqua dolce o marina, borse d’acqua calda, applicazioni calde di fango etc. Ippocrate, inoltre, sottolineò l’importanza della pelle come organo disintossicante dell’organismo.
Forse il più famoso diffusore dell’Idroterapia moderna è stato l’abate tedesco Sebastian Kneipp (1821-1897). Kneipp credeva che la malattia potrebbe essere curata utilizzando l’acqua, attraverso l’impiego di frizioni e spugnature quotidiane con l’acqua fredda, oltre a docce parziali e totali sul corpo, per eliminare le tossine dell’organismo.
Che cos’è l’Idroterapia?
L’Idroterapia è l’utilizzo dell’acqua per mantenere o ripristinare la salute. E’ un procedimento terapeutico che aiuta l’organismo a revitalizzarsi e normalizzare le sue funzioni digerenti e eliminatorie, mediante l’equilibrio delle temperature interne ed esterne del corpo.
I trattamenti di Idroterapia includono sauna, bagno turco, pediluvi, bagno di vapore, applicazione di compresse di acqua fredda o calda etc.
Lo squilibrio funzionale dell’organismo, dovuto soprattutto a cattive abitudini alimentari, all’inquinamento di vario tipo ed a stile di vita scorretto, porta allo sbilanciamento termico del corpo. Questo è il fenomeno caratteristico dello stato della malattia in generale, dal punto di vista Naturopatico.
Con ragione Louis Kuhne (Lipsia, 1835-1901), uno dei padri della Naturopatia (che include anche l’Idroterapia), affermò: “Non esiste infermo senza febbre interna” (a riguardo, leggi anche Il concetto di febbre interna in Naturopatia e la definizione di Infiammazione Cronica: il Killer Silenzioso della nostra salute).
Esiste una base fisiologica per l’Idroterapia.
Il freddo è stimolante e causa la vasocostrizione del sangue superficiale, deviando il sangue agli organi interni. L’acqua calda è rilassante, dilata i vasi sanguigni e rimuove i prodotti da scarto dei tessuti molli. L’alternanza di acqua fredda e calda migliora anche l’eliminazione, diminuisce l’infiammazione e stimola la circolazione.
Ci sono vari modi per ripristinare il funzionamento termico nell’organismo: Kuhne combatteva la febbre interna, punto di partenza ed appoggio di tutte le malattie. Con i suoi bagni freddi del basso ventre, si rinfresca l’interno della cavità addominale ed indirettamente si ristabilisce il calore normale della pelle, facendo affluire il sangue dall’interno alla superficie del corpo, ottenendo in tal modo l’equilibrio termico indispensabile per la normale fisiologia dell’organismo.
L’abate Kneipp faceva reagire la pelle fredda ed inattiva nei malati con i bagni freddi, per risvegliare la reazione termica della pelle, produrre febbre artificiale su di essa e, contemporaneamente, rinfrescare e decongestionare le viscere. Si ristabilisce così l’equilibrio termico che caratterizza il corpo sano. Mentre si potrebbe anche combattere contemporaneamente la febbre interna ed il freddo esterno del corpo, rinfrescando l’interno del ventre e riattivando il calore della pelle. Quindi, da ciò si può dedurre che uno dei modi più semplici ed efficaci di conservare e ristabilire la salute è attraverso la temperatura corporea.
L’idroterapia può essere applicata ad una vasta gamma di disturbi: problemi gastrointestinali, circolatori, urogenitali etc. Inoltre, esistono vari tipi di Idroterapia, tutti miranti a riportare l’equilibrio termico all’organismo, fondamentale per i corretti processi biochimici dello stesso.
Esempio di applicazione dell’Idroterapia nella Candidosi Vulvovaginale Recidivante (e non solo!!!)
Bagno genitale (o derivativo):
Questo è un bagno semplicissimo e molto efficace che fu ideato da Kuhne, si può ristabilire la salute in ogni alterazione fisiologica, perché i suoi effetti, provocando una maggiore eccitazione nell’attività degli intestini e dei reni senza causarli alcuna fatica, regolarizzano e ristabiliscono la digestione, punto chiave per la salute dell’uomo.
In effetti, se si considera la Candidosi una conseguenza (diretta o indiretta) di un cattivo funzionamento del tratto intestinale, relazionata anche alla Sindrome dell’Intestino Microperforato, il bagno genitale diventa, in questo caso, un trattamento altamente indicato.
Comunque sia, a prescindere dalla manifestazione patologica, come prima pratica si scelgono le parti genitali per intervenire con l’acqua fredda, poiché gli effetti derivati da queste applicazioni, sono di doppio beneficio per l’individuo.
Come prima cosa si rinfresca l’interno del corpo, combattendo in tal modo l’eccessivo calore che si definisce febbre distruttiva, che è la caratteristica dell’alterazione della salute. Rinfrescando l’interno, per reazione termica si riproduce simultaneamente il riscaldamento della pelle e delle estremità del corpo, ed è noto che un corpo sempre freddo è la caratteristica lampante dello stato d’infermità cronica.
Da ciò si nota che l’azione del bagno genitale si dirige a equilibrare le temperature alterate del corpo umano per cronici disordini digestivi, che originano tutte le malattie. Rinfrescando le viscere, si determina una normale circolazione del sangue nella pelle ed estremità; ciò vuol dire che si ristabilisce e si mantiene l’equilibrio termico. Questo rinfrescamento del tratto digerente arresta la putrefazione intestinale ed il malassorbimento.
Con questo bagno si rinfresca immediatamente l’interno del corpo, che in grado variabile è consumato dalla febbre. Si pratica rinfrescando gli organi genitali, cosicché l’infermo non sente freddo con l’acqua fresca, bensì un gradevole tepore su tutto il corpo, dovuto alla decongestione delle viscere, dove (in grado variabile) alloggia la pletora sanguinea, cioè la febbre distruttiva rivelata dal polso.
(tratto liberamente dal libro di Manuel Lezaeta Acharan)
Procedura
Disponendo del bidè, la persona deve sedersi sui bordi, in modo che l’acqua non le bagni il sedere, e praticherà il bagno passandosi lievemente ed esternamente sulla parte genitale un panno di cotone, imbevuto nell’acqua corrente. Non disponendo del bidè, lo praticherà in un recipiente che contenga per lo meno trenta o quaranta litri d’acqua e, per sedersi, si servirà di uno sgabello. La durata di questo bagno va dai 20 ai 60 minuti.
Avvertenza: durante il periodo mestruale, il bagno verrà sospeso tre giorni prima, e riprenderà a mestruazioni finite.
Con frequenza, fin dal primo bagno, l’infiammazione o febbre interna si abbassa rapidamente, e si può presentare sulla parte frizionata o nelle adiacenze, sotto forma di flussi vaginali o uretrali di eruzioni o piaghe, segni della difesa organica, quindi non devono allarmare, bensì devono essere uno stimolo per continuare i bagni.
Oltre all’azione termica, i bagni genitali fortificano i nervi attivando la forza vitale dell’intero organismo – le sue difese naturali. Nelle grandi labbra della vulva della donna si incontrano le terminazioni nervose di tutto l’organismo, specialmente dei nervi del midollo spinale e del nervo simpatico, che per la loro connessione con il cervello influiscono su tutto il sistema nervoso, che dirige tutte le funzioni del corpo.
Questo bagno si pratica generalmente al mattino a digiuno, o mezzo ora prima dei pasti. Si può mangiare solo 20 minuti più tardi. Sono consigliabili da uno a tre bagni al giorno.
Da qualche anno è stato ideato una versione “moderna” del bagno derivativo, con l’utilizzo di “sacchetti” a base di gel che si congelano e si applicano nella zona del perineo, hanno lo stesso effetto del classico bagno genitale con la differenza che sono molto più comodi e pratici da utilizzare.
Giovanni Turchetti
> Il campo d’azione delle Medicine Naturali