APPROCCIO OSTEOPATICO ALLA VERTIGINE. I VARI TIPI DI DISTURBI VERTIGINOSI E LE SUE CAUSE
I principi e le pratiche Osteopatiche forniscono soluzioni ai disturbi vertiginosi ai quali i medici allopatici non sono stati in grado di risolvere.
La Vertigine è uno dei disturbi più comuni che si presenta allo studio di un medico di primo-soccorso. Questo disturbo è particolarmente attivo tra la popolazione in età geriatrica. La vertigine nella vecchiaia può essere debilitante e può portare a disturbi dell’andatura, squilibrio e diminuzione della mobilità.
La vertigine dovrebbe essere distinta dal capogiro. Mentre il capogiro è di solito relazionato a un’origine metabolica o perfino cardiaca, la vertigine è un problema neurologico o dell’otoiatria (ramo della medicina che cura le malattie dell’orecchio).
La diagnosi differenziale della vertigine è alquanto ampia, e può comprendere anormalità psicologiche così come strutturali. La labirintite virale e la neurite vestibolare sono cause comuni della vertigine.
La differenziale può anche includere: malattia di Meniere, vertigine posizionale benigna (leggi sotto), emicrania, sclerosi multipla e neuroma acustico. Inoltre, le lesioni osteopatiche del tratto cervicale contribuiscono alle cause della vertigine.
Le cause della vertigine possono essere divise in cinque categorie principali: 1) otologica; 2) centrale; 3) medica; 4) psicogenica; 5) non localizzata.
VERTIGINE E ANZIANI
La vertigine è un problema comune nella popolazione anziana. In paragone alle persone più giovani, la vertigine negli anziani è più persistente, ha più origini, è meno probabile che sia causato da un problema psicologico ed è più incapacitante (Davis L, 1994). Le due fonti principali della vertigine in persone anziane sono l’orecchio (vestibolare periferico) e il cervello.
La popolazione anziana, a causa dell’alta incidenza di lesioni cervicali, è soggetta alla vertigine cervicale. Bracher e colleghi affermano che “il termine vertigine cervicale è stato introdotto nel 1955 da Ryan e Cope ed è diventato, dopo la cupulolitiasi, la causa di vertigine più comunemente diagnosticata”.
VALUTAZIONE
La valutazione della vertigine dovrebbe includere un’anamnesi generale e l’esame fisico. Un’anamnesi pertinente includerebbe la durata, il periodo di manifestazione ed i fattori precipitanti, tali come un cambiamento della posizione, perdita dell’udito, disturbo dell’andatura e cambiamenti neurologici unilaterali dovrebbero richiamare l’attenzione durante l’anamnesi.
Esami di laboratorio basici, che comprendano una serie da elettrolito, glucosio, lipidi e tiroide sono importanti per differenziare il capogiro dalla vertigine. L’esame fisico dovrebbe includere un esame neurologico completo, così come una valutazione Osteopatica del tratto cervicale. Ulteriori esami possono includere un audiogramma e un elettronistagmogramma; RMN o TAC sono utili alla diagnosi dei neuromi acustici.
E’ importante notare che la vertigine nella vecchiaia può essere relazionata a una disfunzione vestibolare, o come il risultato di una medicazione. Una valutazione attenta della medicazione del paziente è vitale durante l’anamnesi.
La valutazione del tratto cervicale dovrebbe comprendere test attivi come passivi. Con il paziente in posizione seduta, bisogna lasciarlo muovere attivamente nei movimenti, quindi valutare tutti i campi di movimento includendo la rotazione, flessione, estensione e piegamento laterale. Bisogna prestare attenzione a qualsiasi sbadataggine o stordimento prodotto dal movimento.
In seguito, si valuteranno i muscoli del collo, lo sternocleidomastoidei, gli scaleni e il trapezio, annotando i cambiamenti dei tessuti, tender point e asimmetrie. La stessa procedura di analisi verrà applicata durante il movimento passivo nelle stesse zone.
Importante è palpare la posizione dell’occipite, così come la traslazione laterale dell’atlante ed esaminare le eventuali restrizioni della rotazione dell’atlante. Dopodiché, valutare più in basso il rimanente tratto cervicale, palpando le vertebre cervicali inferiori, valutando la loro flessione ed estensione, così come la rotazione e la traslazione laterale.
TRATTAMENTO
Il trattamento della vertigine dovrebbe essere direzionato alla causa. Esistono pochi trattamenti efficaci per la vertigine posizionale benigna. L’abituarsi ad esercizi che ricreano i sintomi tendono a diminuire la vertigine, ma spesso non sono tollerati nella vecchiaia. La labirintite acuta è spesso trattata farmacologicamente.
Comunque, queste assunzioni di farmaci possono causare eccesso di secchezza delle fauci e sonnolenza, in special modo nella vecchiaia. Il trattamento della malattia di Meniere include restrizioni di sodio, diuretici e occasionalmente ansiolitici.
Il trattamento osteopatico della vertigine cervicale è direzionata verso la correzione della lesione osteopatica. Possono essere applicate tecniche dirette come indirette per ridurre la restrizione. Comunque, i metodi di alta velocità e bassa ampiezza nel tratto cervicale in pazienti anziani non sono raccomandati.
Le tecniche di energia muscolare e dei tessuti soffici sono alquanto utili per ridurre lo spasmo dei muscoli dello sternocleidomastoideo, degli scaleni, paracervicali e del trapezio. La tecnica di counterstrain e il rilascio legamentoso articolare possono fornire una riduzione eccellente e tollerabile della restrizione delle vertebre cervicali.
Comunque, la manipolazione più utile e efficace della vertigine cervicale è una combinazione di varie modalità, inclusa l’abilità del paziente di collaborare.
STUDIO DI UN CASO
Una donna di 70 anni è stata ammessa in ospedale con una manifestazione repentina di vertigine vorticosa, accompagnata da nausea e vomito, dichiarando di non provare alcun dolore toracico o debolezza unilaterale. Tutti gli esami di laboratorio iniziali erano normali. La paziente è stata trattata e inviata a casa con una cura farmacologia.
Dopo pochi giorni è ritornata in ospedale per episodi continui di vertigine. Di nuovo, non c’erano segni neurologici di lateralizzazione unilaterale, e il suo esame fisico non ha rivelato nessuna anormalità. Sono stati effettuati un esame TAC della testa e un Doppler della carotide. Entrambi erano dentro i limiti normali. La RX del tratto cervicale ha dimostrato un aumento della lordosi cervicale. La paziente è rientrata in ospedale per una ulteriore valutazione; un test di tolleranza a glucosio realizzato un’ora dopo il pranzo ha rivelato una mite elevazione dello zucchero sanguigno.
La paziente ha iniziato una dieta con basso apporto di zuccheri, le è stato dato un glucometro per controllare gli zuccheri del sangue giornalmente. In seguito, è stata sottoposta ad una valutazione neurologica, ed è stata diagnosticata, in quel periodo, una insufficienza vertebrale-basilare.
Terminati questi esami clinici la paziente si è presentata presso il nostro studio, abbiamo rilevato tramite la prima visita osteopatica una disfunzione somatica delle vertebre C1-2 e T1-2. Quindi abbiamo iniziato i Trattamenti Manipolativi Osteopatici settimanalmente per due mesi. Consistevano in: Rilascio Articolare Legamentoso con tecniche Strain e Counterstrain alle vertebre cervicali superiori e toraciche, e le strutture del tessuto morbido ad esse relazionate. Entro due settimane, la paziente ha dimostrato un miglioramento significativo e ha migliorato progressivamente, sottoponendosi alla routine di manipolazione di mantenimento presso il nostro studio.
DISCUSSIONE
La vertigine cervicale è una sofferenza comune e facilmente trattabile della popolazione geriatrica. Ci sono stati parecchi meccanismi plausibili per spiegare la fisiopatologia della vertigine cervicale, tra i quali il più accreditato è l’alterazione del flusso sanguigno dovuto alla compressione vertebrale basilare causata da lesioni della cervicale superiore.
Licht e colleghi sono stati i primi a studiare il flusso vertebrale in rapporto alla manipolazione del rachide, e hanno concluso che non c’erano cambiamenti significativi nel vertice della velocità del flusso dell’arteria vertebrale prima e dopo la manipolazione cervicale. La vertigine cervicale, molto probabilmente, può sorgere dai cambiamenti del sistema propriocettivo e della disfunzione simpatica del tratto cervicale.
Bracher e colleghi hanno rilevato due meccanismi diversi per considerare questi cambiamenti: “l’alterazione temporanea della microcircolazione labirintica causata dalla disfunzione simpatica e dalla disfunzione vestibolare del tronco encefalico, dovuta all’eccitazione afferente anormale dei propricettori cervicali”.
Sembra che questo meccanismo si adatti bene alle scoperte cliniche che la vertigine può essere provocata dai cambiamenti della posizione cervicale. Ciò coincide con il lamentare di vertigine o capogiro quando un paziente estende il suo collo mentre guarda in alto.
Il trattamento della vertigine negli anziani alcune volte può essere anche difficile. Patologie multiple e l’assunzione di vari farmaci possono aggiungersi al problema creando difficoltà per una corretta valutazione e trattamento. In aggiunta, alcuni medicamenti per il trattamento della vertigine possono aumentare gli effetti collaterali tipo secchezza delle fauci e sonnolenza.
Trattare pazienti anziani con vertigine utilizzando manipolazioni può diminuire la serietà dei loro sintomi senza aggiungere altro al loro regime farmacologico. Il Dr. Harold Schildberg notò, nel suo editoriale del 1955, che era la sua speranza che ogni Osteopata DO “guardasse sempre l’area cervicale media nel trattare pazienti con vertigine e capogiri”.
VERTIGINE PAROSSISTICA POSIZIONALE BENIGNA (VPPB)
Ipotesi corrente che riguarda la patogenesi di Vertigine Parossistica Posizionale Benigna
I detriti otoconiali, rimossi dall’otricolo, si spostano al fondo del canale semicircolare posteriore. Le manovre di trattamento trasferiscono i detriti da questa posizione di nuovo all’area dell’otricolo (il vestibolo). Le cellule scure, in tal modo, possono sciogliere i detriti otoconiali. Per realizzare le manovre di Brandt-Daroff, si impiegano trenta secondi in ognuna delle posizioni presentate. Cinque ripetizioni di questi esercizi dovrebbero essere eseguite ogni mattina e ogni sera per tre settimane.
Più della metà dei pazienti con vertigine di causa periferica soffrono di VPPB. Il disturbo risulta dagli effetti di piccoli cristalli (otolite o canalite) che si sono rimossi e hanno migrato dalla loro posizione normale nell’otricolo al canale semicircolare, dove provocano sensazioni intense, in sviluppo, di movimento seguito da cambiamenti della posiziona della testa. Teoretico appena proposto, questo meccanismo di azione è oggi ampiamente accettato; è stata dimostrata l’esistenza di questi cristalli nel canale semicircolare dei pazienti colpiti e l’efficacia delle strategie di trattamento che mirano alla manipolazione dell’otolite, il quale viene spostato nuovamente verso l’otricolo.
I pazienti con VPPB riferiscono una manifestazione improvvisa della vertigine associata a movimenti specifici della testa, tali come uno rotolarsi sul letto, inchinarsi sopra o guardare in alto verso uno scaffale alto. Questo tipo di vertigine è breve, di solito dura meno di un minuto, ma ricorrerà tipicamente ogni volta che il movimento che la provoca viene ripetuto. Inoltre, non ci sono sintomi auditivi associati, tali come diminuzione dell’udito o tinnito.
La diagnosi di VPPB è confermata tramite la manovra test Dix-Hallpike. In questa manovra, il paziente è abbassato da una posizione seduta a una distesa, con la testa girata a 45 gradi rispetto alle spalle. Questo movimento si ripete con la testa girata dall’altra parte. Ciò dovrebbe sicuramente provocare vertigine e nistagmo quando l’orecchio sofferente è direzionato verso il basso.
Giovanni Turchetti
Continua la lettura…
> Anatomia della Sublussazione dell’Atlante
> La chiave della nostra salute è la comunicazione tra il cervello e il corpo