Alcune considerazioni sulla pratica osteopatica
L’Osteopatia è una arte relativamente nuova in Italia e può essere fraintesa e generare molta confusione tra le persone.
L’Osteopatia innanzitutto non è una panacea ma è una medicina olistica che vede l’organismo come un tutt’uno, e delle volte può sortire effetti curativi sorprendenti. E’ una branca della medicina globale che non deve essere sopravalutata né tanto meno sottovalutata.
Il principio che il movimento è vita, e che il movimento governa la funzione e la funzione governa l’organo ha un’importanza da non discreditare… l’aspetto osteopatico non solo coinvolge l’aspetto fisico biomeccanico ma anche quello psicologico, perché bisogna ricordarsi sempre che soma e psiche sono indissolubili, sono due facce della stessa medaglia. In effetti esiste in Osteopatia il rilascio somatoemozionale; già Lowen aveva scoperto ciò attraverso la Bioenergetica.
Limiti del trattamento osteopatico
L’Osteopatia cura, non guarisce. Chi guarisce è l’intelligenza innata del corpo-mente, cioè le risorse endogene dell’organismo: processi biochimici, segnali neurologici etc. influenzati dall’ambiente, dal cibo, dall’esercizio fisico, dallo stato psico-emotivo, dall’età etc.
L’Osteopata lo possiamo definire come un “facilitatore”, colui che stimola le funzionalità intrinseche di auto-guarigione del corpo.
Quando un paziente sta bene e viene per esempio con un mal di schiena in fase acuta (es. colpo della strega), l’Osteopatia in poche sedute può aiutare a migliorare la situazione. Invece la maggior parte dei pazienti che vanno in uno studio osteopatico hanno già sofferenze croniche che portano avanti da mesi se non da anni, trascurate o curate solo a livello sintomatologico e a volte anche senza cercare uno specialista. Quindi per questi pazienti è bene che integrino al trattamento osteopatico le cure del caso prescritte dal loro medico di base o da uno specialista.
Per questi pazienti con problemi cronici, che hanno trascurato il loro problema nel tempo e/o usato farmaci per lunghi periodi, i tempi di terapia si possono allungare. Spesso tali pazienti creano inoltre grandi aspettative nel confronto dell’Osteopatia, vista come l’ultima risorsa ai loro dolori, e tutto ciò non fa altro che interferire con la terapia.
Giovanni Turchetti
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