I principi base della Medicina Tradizionale Cinese
La Medicina Tradizionale Cinese identifica cinque elementi fondamentali della vita umana, che rappresentano le basi del sistema medico cinese[1]:
a) Qi
b) Essenza (Jing)
c) Spirito (Shen)
d) Sangue (Xue)
e) Fluidi (Jin-Ye)
In particolare, Qi, Jing e Shen rappresentano i “tre tesori” (o San Bao): tre differenti forme di energia interne fondamentali, che vengono coltivate in tutte le discipline interne e esterne della tradizione cinese, tra cui le arti marziali e la medicina. I tre tesori si attivano nello sviluppo fetale e danno luogo alla costituzione psicofisica, unica e irripetibile, di ogni individuo, rappresentandone le potenzialità. La teoria dell’Hunyuan primordiale afferma che tutta la massa, in essenza, è Hunyuan Qi. I tre tesori, insieme, formano un complesso umano di Hunyuan. A causa dell’aspetto “incandescente”, i tre tesori sono stati paragonati a una candela:
- Qi (Soffio Vitale): è la fiamma che consuma il combustibile;
- Jing (Essenza): è la cera e lo stoppino;
- Shen (Spirito): è la fiamma che consuma la sorgente combustibile.
Di seguito, presentiamo alcuni aspetti principali dei cinque elementi fondamentali in MTC.
a) Il Qi del corpo umano
“there is no place that does not have it, and no place it does not penetrate.[2]”
Il Qi è considerato uno dei tre tesori interni. Esso è contenuto in ogni modello della metafisica cinese: Yin-Yang, le cinque fasi ecc. Perciò, capire le sue trasformazioni è essenziale per comprendere tutti gli aspetti della filosofia e medicina cinese. Oltre al senso globale tutto pervasivo, che include Yin e Yang, il Qi può anche avere un senso più stretto e specifico. Nel senso clinico e pratico, il Qi esprime le dinamiche particolari di generazione, movimento, tensione e attivazione. In poche parole, il Qi corporeo rappresenta le calorie che bruciamo quotidianamente – l’energia mentale o fonte energetica, anche se il Qi assume varie funzioni e svariate forme nel corpo umano.
Nella sua forma più semplice, esso si manifesta come calore, luce o energia elettromagnetica. Sebbene sia riferito come un’energia invisibile, il campo del Qi può in realtà condensarsi intorno ad esseri umani, animali o piante, ed è stato identificato dal Dott. William Kilner, all’inizio del Novecento, studiando il campo energetico umano per mezzo di schermi colorati. Egli constatò attorno al corpo umano la presenza di strati di luce, denominati “aura”, che differivano da un soggetto all’altro a seconda dell’età, sesso, stato di salute e, in certe malattie, corrispondevano a macchie o irregolarità nel campo stesso. Queste e altre ricerche suggerirono l’esistenza del cosiddetto “biocampo”, o modello causativo informazionale-energetico dell’organismo, composto in forma fisica da campi elettromagnetici coerenti.
Stadi e trasmutazioni del Qi
L’immagine cinese del Qi è descritta come il vapore dalla pentola del riso; il processo di cuocere crea il Qi, risultato di tre elementi: riso, acqua e calore.
Qi è il prodotto delle interazioni, in cui ogni stadio viene definito da nomi singolari per identificare, chiaramente, i processi specifici coinvolti, permettendo così l’analisi, la diagnosi ed il trattamento per ogni situazione. Il Qi possiede un senso generico e uno specifico. Entrambi i sensi esistono nella letteratura medica cinese. In senso globale, il Qi include e si sostanzia in Yin-Yang, il cui equilibrio dona piena salute psico-fisica al corpo umano. In questo senso, la qualità fondamentale della vita umana, così come del cosmo stesso, è l’onnicomprensività, la quale permette che il nome Qi sia assegnato a qualsiasi cosa, prendendo innumerevoli forme, permettendo alle cose di diventarne altre. Qi è più della causa: è il processo e il risultato di tutte le attività cosmiche, la palpitazione incessante, il substrato cosmico.
In senso specifico (pratico e clinico), il Qi prende il significato di una dinamica particolare di generazione, movimento, tensione e attivazione. Qui, il Qi è considerato nell’aspetto Yang, avendo più a che fare con forza, sforzo, capacità di lavoro fisico, insomma, l’aspetto dinamico-creativo, diretto al futuro, manifestazione potenziale, visione creativa, meglio descritto secondo i suoi effetti: vitalità, positività, gioia. A livello psicologico concerne desiderio, consapevolezza delle possibilità, considerazione delle opzioni, risoluzione, motivazione.
Nel corpo umano, il Qi è più eterico dello Jing, ma meno dello Shen. Tutti questi tre tipi di energia sono connessi e lavorano insieme. Il Qi si trova tra Jing e Shen, ed è quello più usato per spiegare i fenomeni che coinvolgono i tre tesori. E’ immagazzinato nel Dan Tien inferiore, tre dita sotto l’ombelico e tre dita all’interno nella zona ombelicale.
Nell’uomo, ci sono tre forme di Qi che si uniscono per produrre il Qi che permea l’intero organismo:
- Qi originale/prenatale (Yuan-Qi): trasmesso dai genitori ai figli al momento del concepimento, è in parte responsabile della costituzione e caratteristiche fisiche ereditate.
- Qi grano (Gu-Qi): deriva dalla digestione dell’alimento e liquidi.
- Qi dell’aria naturale (Kong-Qi): viene estratto dai polmoni grazie all’aria inalata.
Funzioni e Tipi di Qi
Una volta formato, il Qi può essere suddiviso in molti diversi tipi con specifiche funzioni. In fatti, qualsiasi attività potrebbe essere un “tipo” di Qi. Un sinologo ha identificato, nella letteratura cinese, 32 categorie distinte di Qi, e ha creato un’analogia tra il Qi e l’energia elettrica. Allo stesso modo che in Occidente si riconosce l’elettricità come un fenomeno generale che si rivela in forme specifiche (voltaggio, amperaggio), anche se invisibile, anche i Cinesi riconoscono il Qi come un fenomeno complessivo con molti aspetti e funzioni varianti.
All’interno del corpo umano, il Qi ha almeno cinque funzioni principali, attraverso le quali risponde per l’integrità dell’entità:
- E’ la fonte di tutto il movimento e accompagna ogni movimento. Il Qi ha quattro direzioni: ascendente, discendente, in entrata e in uscita.
- Protegge il corpo. Esso resiste l’ingresso e combatte gli agenti ambienti patologici nel corpo, chiamati Influenze Perniciose Esterne.
- E’ la fonte della trasformazione armoniosa. Il cibo ingerito si trasforma in altri stati: sangue, lacrime, pensiero, aspirazioni e Qi stesso. Da questa funzione dipende il mutamento.
- Assicura stabilità e governa la conservazione. Stabilità e integrità della vita umana richiedono la tensione dinamica del Qi, che mantiene la struttura: gli organi, il sangue nelle vie circolatorie, gli impegni volitivi ecc.
- Scalda il corpo. Mantiene il calore normale dell’intero corpo, e in qualsiasi parte.
Ognuna delle cinque funzioni, sopra citate, sono evidenti in tutti i tipi specifici di Qi. Alcuni di loro sono particolarmente importanti, e vengono associati ad azioni particolari:
- Qi dell’organo (Zang-fu-zhi-qi): ogni organo ha il proprio Qi. La consistenza del Qi è la stessa, cambia l’attività che distingue l’organo.
- Qi del meridiano (Jing-luo-zhi-qi): è la rete di canali attraverso la quale il Qi fluisce tra gli organi e le varie parti del corpo.
- Qi nutritivo (Ying-qi): è intimamente associato al sangue. Si manifesta nel sangue e si muove con esso attraverso i vasi sanguigni.
- Qi protettivo (Wei-qi): resiste e combatte le influenze perniciose esterne. E’ la manifestazione più Yang del Qi nel corpo.
- Qi pettorale (Zong-qi). Si raccoglie nel petto, dove forma il “Mare di Qi”. Regola il ritmo respiratorio e cardiaco, e ne è fortemente connesso.
- Qi ancestrale (Yuan-qi): si trova nella zona lombare, nutre i reni, origina dal Jing.
b) Jing (Essenza)
E’ anche chiamato il più grande dei tre tesori, perché rende la forma fisica possibile e determina lo stato di salute e la lunghezza della vita. Jing è energia e sostanza; senza il Jing il corpo fisico non potrebbe sopravvivere. Il Qi umano è capace di solidificarsi grazie al Jing – il corpo fisico, tutti gli organi e sistemi; il sangue e il sistema dei meridiani dipendono dal Jing. Il Jing soggiace la vita organica ed è la sorgente di tutte le crescite e cambiamenti organici. La sua immagine è di un fluido, di supporto e nutritivo, la base per la riproduzione e lo sviluppo. La sua sede è la regione renale.
Il Jing ha due origini:
- Essenza prenatale. Anche tradotta congenita, ereditata dai genitori, può essere paragonata al DNA: contiene il codice genetico, il progetto della nostra vita, e si svolge in molti modelli. Insieme al Qi originale, determina la composizione e la costituzione dell’individuo.
- Essenza postnatale. Deriva dall’alimento ingerito, dal continuo stimolo mentale, fisico, emozionale e ambientale, per questo viene anche detto “acquisito”.
Il Jing deriva da una miscela di Yuan Qi (ancestrale) e di Qi acquisito (aria, cibo, acqua, lavoro, esercizio fisico,) che vanno a costituire l’essenza globale del corpo umano. Ogni abilità o forza sviluppata è il risultato di una pratica con il Jing. Da queste conoscenze deriva la scienza del Qi Gong, nella quale l’energia, generata da sequenze di esercizi, respirazione, mente e postura permette all’intelligenza innata dell’organismo di trasformare il Qi postnatale in Jing. Questo, in parte, è ciò che guarisce e ripara l’organismo umano.
Jing è il carattere specifico della vita organica; rende gli esseri viventi unici e distinti dalle cose inorganiche. E’ una sorta di potenziale inerente negli esseri viventi; guida la nascita, lo sviluppo, la maturazione, lo declino e la morte. Ha una direzione in avanti, riguarda una forma di tempo impercettibile, che passa nella vita di una persona – è automatica, autonoma e inarrestabile. La qualità di sviluppo nell’individuo è accompagnato dai cambiamenti nella propria essenza, come il modello di sviluppo femminile in stadi di 7 anni, di 8 per i maschi. E’ anche responsabile dello sviluppo di consapevolezza e saggezza. Jing è più denso e materiale di Qi e Shen.
Secondo la tradizione del Tao, è associato all’energia sessuale e si coltiva con le pratiche sessuali. In questo senso, è simile al termine “libido”, usato da Carl Jung per riferire non solo il desiderio sessuale, ma più generalmente l’energia psichica della mente subconscia. Riconoscendo l’unità di mente e corpo, Jung disse che sotto il livello della mente subconscia vi è una realtà che non è né mente né materia, ma riconcilia le due nature in una. In questo senso, Jing è il punto dove mente e corpo s’incontrano.
c) Shen (Spirito)
Shen (“spirito divino” o “vitale”), l’ultimo dei tre tesori, è la “luce della coscienza”, risultante dalla transubstanziazione e combustione tra Jing e Qi. E’ la tessitura fondamentale non materiale che caratterizza la vita umana. Lo Shen dell’universo, quando si radica nell’individuo, esprime le istanze psichiche, emozionali e spirituali. E’ la sua dimensione interna: lo spirito, l’anima, la vitalità, la forza di volontà, l’intelligenza, l’intuizione, la saggezza, la personalità.
L’aspetto mentale si delinea grazie all’apparizione di Shen. Allo stesso modo che Jing distingue la vita organica dal materiale inorganico, Shen distingue la vita umana da quella animale. Mentre gli animali condividono azioni istintive ed emozioni, solo gli uomini possiedono lo Spirito: il dominio della vita umana che sfida le limitazioni di tempo e spazio e intraprende relazioni non a essi ristrette.
Lo Spirito persegue obiettivi come “auto-trasformazione”, “essere il cavaliere della Via” o “l’incessante coltivazione della virtù”, non per forza aventi un legame religioso. E’ coinvolto in aspetti prosaici e attività semplici, di affermazione della vita, come onorare tradizioni culturali, viaggi di piacere, sentirsi connessi; è invocato con l’immaginazione, la volontà, l’intenzione, l’incanto, la meraviglia. E’ la capacità di essere “un iniziatore, un partecipante e un guardiano dell’universo![3]”, che permette l’auto-riflessione o intenti volitivi, creatività e coltivazione morale. E’ ciò che permette l’intervento del “Sé autentico” nella vita mondana e il forgiare il proprio destino. Forza-guida di tutte le attività creative, esprime coraggio, spirito guerriero, tenacia.
Shen deriva dalla mente-Coscienza e favorisce l’esperienza dell’autenticità, del significato personale, senza essere un bene spirituale. E’ il processo di auto-esame, non il suo esito, per cui può produrre sia virtù sia il suo contrario. Shen è la più alta e raffinata delle energie. Può essere anche tradotta come mente, ma quando ci si riferisce al potere dello Shen, non si riferisce al concetto psicologico di “potere della mente”. Il concetto orientale di mente, descritto per lo Shen, è più vicino all’idea occidentale di spirito. Quando un occidentale parla della mente, spesso si riferisce a un concetto psicologico di processo e i suoi contenuti (pensiero, sensazioni ecc.).
Shen invece si riferisce alla realtà soggiacente della mente pura, e può essere meglio tradotto come consapevolezza.
Durante il concepimento, s’invitano sulla terra i vari Shen, o spiriti universali. Se decide di incarnarsi, Shen sceglie i propri genitori e dà luogo a una nuova esistenza, partecipa allo sviluppo del feto, si diffonde in ogni cellula, arriva agli organi e lascia un’impronta psichica, denominata “Ben Shen” (“radici dello Shen”), per poi andare a dimorare nel cuore e guidare l’orientamento profondo dell’individuo nel corso della vita.
Per questo, secondo la MTC, l’intelligenza profonda dell’uomo risiede nel cuore, da dove si diffonde a tutto l’organismo attraverso il sangue, veicolo dello Shen. Tutti i disagi psichici conducono ad un’alterazione dello Shen o di un particolare Ben Shen. Si dice: lo Shen guida il Qi che guida lo Jing. E che lo Jing può trasformarsi in Qi che a sua volta può trasformarsi in Shen in un percorso spirituale.
Shen: i Cinque Spiriti
Ognuno dei cinque Spiriti Shen[4] è responsabile di una virtù. Alcune considerazioni concernenti lo Spirito possono sembrare religiose. In realtà, queste discussioni riguardano delle capacità della condizione umana, indipendenti della credenza religiosa. La MTC ha tradizionalmente cercato di concettualizzare e integrare aspetti non fisici dell’uomo, che non sono necessariamente congruenti con le tradizioni Taoiste o religiose.
1. Yi, o Coscienza dei Potenziali. Tradotto anche come intento, pensiero, coscienza, intenzione. E’ responsabile in discernere varie direzioni e prospettive. Gli appartengono l’attrazione, la visione, la motivazione e la creatività, oltre che fedeltà, lealtà e sincerità, avendo il compito di capacitare e supportare nuove manifestazioni. Yi è perspicace, intuitivo, comprende gli altri, è generoso e consapevole delle necessità di persone e situazioni. Rappresenta ciò che può e deve essere fatto. Se gli manca integrità, una persona sperimenterà preoccupazioni, confusioni, simpatia esagerata, lealtà soffocante, generosità incontrollata e auto-distruttiva. Un Yi debole si manifesta come noia, monotonia, indifferenza. E’ l’aspetto Qi dello Spirito.
2. Hun, o Anima Non-Corporea. Rappresenta la creatività, l’ideazione, la capacità d’espressione, appartiene al reame terreno. E’ la parte non attaccata al corpo fisico, che continua a esistere dopo la morte fisica e ancora porta il nome della persona che una volta respirava. Ha a che fare con le buone azioni, è l’atto di generosità che permane dopo il decesso. Un medico cinese può aiutare l’anima non-corporea di una persona a essere stabile, sensibile. Un Hun intatto produce atti di gentilezza o benevolenza verso sé e gli altri; la gentilezza (ren) è la virtù specifica di Hun. Nello Hun non intatto, l’individuo è scortese verso sé stesso (bassa autostima/autoironia) o gli altri. Un Hun disturbato favorisce gelosia, odio. E’ l’aspetto sanguineo dello Shen.
3. Zhi, o Volontà. A livello superficiale (Yang), ha a che fare con il volere di base, proposito; ha la qualità della forza, auto-determinazione, ambizione. A livello profondo (Yin) è paradossale: è la volontà che non può essere voluta. E’ per lo più una direzione, si muove verso una fine che non può essere conosciuta fin quando non si è già raggiunto. Diventa evidente solo quando una persona riflette sul passato e dice “Sì, c’era una Volontà che lavorava indipendente della mia volontà cosciente.” Essa ha il senso di fato, destino e incorpora il mistero della vita. La sua virtù è la saggezza (non conoscenza), che arriva per conto proprio e si accumula negli anni. E’ l’aspetto Jing dello Spirito.
4. Shen, o Spirito. E’ responsabile nell’assicurare che il grande Spirito si connetta propriamente con il mondo del tempo/spazio, e che l’aspetto interiore senza tempo non perda l’abilità di connettersi al mondo reale corrente. Rappresenta il centro dell’uomo, lo spirito vitale, l’intelligenza globale; è la capacità di giudizio, la facoltà di percepire la realtà fondamentale delle cose, la conoscenza diretta, non distintiva. Ha a che fare con la comunicazione: connettersi con le persone, dire le parole giuste, guardare alle persone negli occhi, rispondere alle domande con buon senso. La sua virtù è li (cerimonia, rituale, decoro), la quale assicura che il comportamento corretto favorisca relazioni appropriate e tempestive.
5. Po, o Anima-Animale (o Corporea). Rappresenta il vigore, il corpo; cessa di vivere dopo la morte fisica. E’ l’istinto, l’aspetto inconscio della psiche, il lato scuro della luna. Ha a che fare con le reazioni momentanee, è legato a tempo/spazio. E’ la reattività, l’animazione, passione irrazionale e impellente della vita. Nella tradizione medica, è l’equivalente alle sette emozioni. E’ l’aspetto non materiale che esprime reazioni istintive e sentimenti transitori. Un Po intatto ha potere e assertività a breve termine; un Po debole è letargico, senza vita. La sua virtù ha due dimensioni: a) giustizia (Yi): è imparziale, non influenzabile, intenzionale; altrimenti diviene, da una parte, non emotività, arroganza, dall’altra, iper-reattività, isteria. b) preziosità (Bao): è capace di catturare la perfezione di un singolo momento o di un flash d’ispirazione. Se non integro, si ha senso di perdita, incompletezza, difficoltà in apprezzare la sublimità di qualcosa svanita. Po è l’aspetto fluido dello Spirito.
Nella tradizione medica, Shen è un essere incorporato dipendente dalla vita umana. I medici cinesi resistono, intellettualmente e clinicamente, a separare la vita umana in componenti o dicotomie: mente e corpo, anima e corpo, virtù morali e attività autonome sono collegati. Ovviamente, in alcune situazioni cliniche, un aspetto ha priorità sull’altro; in un momento si deve fermare un’emorragia, in altro si devono risolvere problemi dell’anima. Comunque sia, nella relazione medico-paziente, si considera sempre la natura multidimensionale e integrale della vita umana.
d) Sangue (Xue)
“Qi è il comandante del Sangue … Sangue è la madre del Qi.[5]”
Qi è la qualità della vita dinamica e in trasformazione. Il sangue è il complemento di risposta, accettazione, non sforzo e di nutrimento del Qi clinico. Qi e sangue sono lo Yin-Yang delle attività della vita ordinaria, e hanno una relazione mutuamente dipendente e indissolubile. Il Sangue, nella terminologia medica cinese, non corrisponde al termine “sangue” Occidentale, e le sue caratteristiche e funzioni non sono completamente equivalenti. Esso origina dalla trasformazione del Qi. Ci sono tre organi che hanno relazioni con il Sangue: Cuore, Fegato e Milza. Le disarmonie riguardano due categorie: Sangue Deficiente (Xue-Su) e Coagulato (Xue-Yu).
Qi | Sangue |
Yang | Yin |
Attiva, accelera | Rilassa, rallenta |
Rende teso, indurisce, sforzo | Solleva, Ammorbidisce, liscio, languido |
Divenire, potenziale | Corrente, realizzazione |
Si muove in avanti nel tempo | Circola in cicli ripetitivi |
Creativo, favorisce le novità | Ciò che si è già raggiunto, ciò che è già stato creato |
Visionario | Memoria |
Crea, muove e mantiene il sangue al suo posto | Nutre gli organi che producono e regolano il Qi |
e) Fluidi (Jin-Ye)
Jin-Ye rappresenta tutti i liquidi corporei tranne il sangue; comprende: sudore, saliva, succhi gastrici e urina. Jin si riferisce ai fluidi più limpidi e chiari, Ye connota i fluidi di natura più spessa e pesante. Le sue funzioni sono: nutrire capelli, pelle, membrane, orifici, muscoli, organi interni, articolazioni, cervello, midollo e ossa. Sono considerati elementi Yin, meno essenziali degli altri.
Giovanni Turchetti
[1] Kaptchuk, T.J., The web that has no weaver. McGraw-Hill, New York, 2000, pp. 41-67
[2] Shangai institute, Foundations [53], p. 38, citato in in Kaptchuk, p. 47
[3] Tu Wei-ming, Philosophy East and West, 1984; 34:379-388, p.385, citato in Kaptchuk, p. 59
[4] Kaptchuk, T.J., The web that has no weaver. McGraw-Hill, New York, 2000, pp. 59-66
[5] Shangai Institute, Foundations [53], p. 42, citato in Kaptchuk, p. 54