L’Arte nella Medicina Tradizionale Cinese

L’approccio terapeutico in MTC

 

Nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC), il tratto fisico di un sistema del corpo umano è meno importante della sua funzione[1]. Questa tendenza a non fissare aree anatomiche, enfatizzando processi più che entità, è opposta all’approccio clinico e terapeutico occidentale.

Nel processo di percepire degli schemi nella miriade d’eventi che costituiscono la vita umana, i vari pezzi formano un’immagine sempre più raffinata di Yin e Yang. Il metodo, in medicina cinese, raccoglie elementi del corpo umano per dipingere un’immagine clinica; ma al di sotto di questo metodo esiste un processo inverso, Yin in opposizione a un metodo Yang che, in ultima analisi, ha a che fare con la dialettica tra il tutto e la parte.

Dialettica, secondo una definizione da manuale, è una forza persuasiva che non ragiona in modo schematico, semplicistico, ma coglie e valorizza le contraddizioni, i momenti di contrasto e di opposizione. Questa tendenza parallela è l’abilità artistica nella MTC, contrapposta alla sua conoscenza intellettuale, è il metodo che permette al quadro clinico di essere più di una metafora, e al medico cinese di affermare che il proprio lavoro imita quello di un artista. Per l’artista e il clinico, il panorama è “dedicato all’espressione dello spirito interiore piuttosto che alla verosimiglianza fisica […] che la pittura dovrebbe riflettere un flusso spontaneo e istantaneo del pennello.” Un panorama ha bisogno di catturare l’essenza, “per suggerire di più del meramente visibile e aperto… fino alla vita dello spirito.[2]” Questo metodo si manifesta a livelli multipli. Ogni livello progressivo della dialettica tra tutto e parte rivela uno strato più profondo di un’arte antica, la cui padronanza è uno degli scopi ultimi del medico orientale.

Basandosi sugli studi approfonditi della medicina cinese, la dialettica tra “tutto e parte” si svolge in tre livelli[3]:

00moLivello 1: E’ la dialettica del tutto e della parte, in una visione generale. La MTC non è mai la mera raccolta delle parti (segni e sintomi) per creare un tutto. Le parti non costituiscono mai un complesso, ma è il tutto a determinare i suoi elementi; il contesto governa. Nel panorama clinico, “la realtà delle cose esiste solo – e quindi manifesta se stessa – solo nella totalità, attraverso la forza di propensione [l’inerente dinamica Yin-Yang] che collega i suoi vari pezzi in un unità.” Nessun elemento può essere isolato o aver un significato ontologico indipendente dell’intero ambiente. Questo livello permette diagnosi e valutazione clinica. Qui, l’abilità è generica, vede come il tutto modella la parte, semplifica mentre discerne.

Livello 2: Non c’è una separazione definitiva tra tutto e parte, ovvero le parti riflettono il tutto. Il tutto imprime ogni singola unità del quadro clinico. Il sinologo François Jullien[4] scrisse sul dipinto cinese, che si applica bene anche al panorama clinico: “d’accordo con la ‘fisica’ cinese, ogni elemento nel panorama, dalle creste montuose all’albero o roccia individuale, deve la sua creazione solamente all’accumulo di energia cosmica ed è costantemente inondato dalla stessa energia.” Allo stesso modo, il medico cinese può vedere il tutto in qualsiasi parte.

005A questo livello, l’interesse è la particolarità; in pratica si potrebbe fare una diagnosi utilizzando qualsiasi parte del corpo umano, e così discernere un modello, perché il tutto lascia la sua marca caratteristica in ogni parte: nella lingua, nel modo di camminare, nel polso o nell’ambito emotivo. Ogni dettaglio riflette il tutto, è un livello più raffinato che permette di combaciare segni molto precisi con interventi specifici dentro un modello generale. I dettagli del livello 2 possono essere diagnostici ma, innanzitutto, essi guidano la risposta terapeutica nel quadro clinico. La sua particolarità permette un trattamento concreto. L’abilità artistica, a questo livello, rispecchia i dettagli delle parti del panorama in un trattamento d’agopuntura o fitoterapico, in modo fine, presentando così un ritratto preciso di una persona. Il livello 2 codifica il disturbo, la relativa importanza di altri segni e sintomi, la cronologia degli eventi, l’atmosfera generale emotiva e permette di intravvedere perfino la biografia personale.

Livello 3: E’ il superamento della tecnica, l’incontro tra Qi di terapeuta-paziente. E’ il processo più profondo e difficile da descrivere. I medici classici dicono che per la sua padronanza ci vuole una vita intera. Le questioni qui sono due: totalità e immediatezza.

  • A livello 1 s’osserva come il tutto forma le parti e permette una diagnosi; si deve comprendere il tutto e interpretare le parti.
  • A livello 2 s’osserva come il tutto può essere visto nelle parti e permette una combinazione unica di punti di agopuntura e la formulazione di piante medicinali; il tutto infonde le parti.

arte medicina tradizionale cineseIn realtà, i primi livelli sono solo preludi per il terzo, che rappresenta la raffinatezza finale dell’arte medica. Questo livello di abilità artistica ha a che fare con l’incontro intimo, intuitivo e immediato dell’umanità, e viene definito Tong Shen Ming, o “Illuminazione Divina Penetrante”.

Coinvolge la possibilità di “intimamente [e] intuitivamente afferrare il panorama nella sua interezza… aprirlo all’infinito e al respiro [Qi] che dà la vita.” E’ il tentativo di imitare l’artista e “liberare il paesaggio di tutto il peso del non essenziale e ripristinarlo al movimento semplice che gli dà forma ed esistenza.[5]” Si potrebbe dire che questo è il nucleo alchemico della MTC, che permette la trasmutazione nel nucleo dell’incontro terapeutico. L’Illuminazione Penetrante, ancora ignorata dalla coscienza del giovane terapeuta, è la base stessa per il successo di qualsiasi impegno clinico. E’ un “trattamento secreto” che Wu Kun[6] (1551-1620) definì “la medicina senza forma”; è il cuore dialettico della guarigione, in cui recettività (Yin) automaticamente diventa trasformazione (Yang).

0091Mentre il Tong Shen Ming è una caratteristica prominente nei testi classici cinesi, in genere i libri moderni tendono a sorvolare il suo ruolo, dovuto forse alla sua somiglianza a fenomeni mistici o simili al placebo. Nel testo medico cinese Nei Jing, il medico Qi Bo[7], che insegnava all’Imperatore Giallo, impiega l’Illuminazione Divina per “penetrare [l’essenza] di una miriade di cose” e percepire come se il “vento spazzasse via le nuvole”. D’accordo con Kaptchuk, in altre parti del Nei Jing, e in altri libri anteriori a esso, s’insiste sulla superiorità di questo metodo (considerato lo “Spirito” della medicina) comparato alle forme più lineari e primitive di esaminare un paziente.

0093Il leggendario medico Bian Que[8] scrisse che, nonostante conoscesse i quattro metodi di valutazione (guardare, ascoltare/odorare, chiedere e toccare) e il metodo del polso, egli affermava non perdere tempo con essi: “il tuo modo di usare le tecniche [interrogando e valutando il polso] è come spiare attraverso un tubo per vedere il Cielo o cercare lo schema in cose da scrutare attraverso una fessura.” La sua arte è discernere lo schema istantaneamente; egli “intuitivamente afferra il suo movimento generale.”

L’Illuminazione è il metodo “segreto” all’interno dei quattro esami. Esso non può essere insegnato, ma cresce intimamente negli anni, dopo una vita intera di pratica, adoperando i livelli più basilari di conoscenze e abilità artistiche della MTC. Ogni conoscenza e arte porta a questo livello, che raffigura la risonanza del Qi tra paziente-terapeuta. Valutazione e trattamento, paziente e terapeuta, Yin e Yang si uniscono e la guarigione si manifesta: lo Spirito riflette lo Spirito. Il riconoscimento porta ad un profondo trattamento – questo sarebbe il fondamento ultimo della guarigione. La risposta immediata del terapeuta nell’incontro clinico – parole, posture, gesti, domande, attenzione, intenzione, empatia, compassione – influenzerebbe profondamente e risuonerebbe con lo Spirito dell’altro essere umano.

Approccio Terapeutico Cinese

MTC approccio terapeuticoLa Medicina Tradizionale Cinese è un sistema coerente di pensiero e pratica che sviluppò, in più di due millenni, la propria percezione di salute e malattia, basato su un processo continuo di ragionamento critico, come anche di osservazione e pratica clinica estensiva.

La medicina moderna, invece, s’interessa fondamentalmente di categorie di malattie isolate o agenti patogeni, su quali si concentra, isola e cerca di controllare o distruggere. L’ideale di questo sistema è l’entità circoscritta nell’essere. Il medico occidentale inizia con un sintomo, poi cerca il meccanismo soggiacente ad esso: una causa precisa per una malattia specifica, secondo una logica lineare. La malattia può colpire varie parti del corpo, ma essa rimane un fenomeno relativamente ben-definito, auto-contenuto. Una diagnosi precisa forma una descrizione quantificabile ed esatta di un’area stretta. La logica del medico è analitica, tagliando l’accumulo dei fenomeni corporei come un bisturi, per isolare una singola entità.

Al contrario, l’approccio cinese è quello di direzionare l’attenzione completamente all’individuo, considerando gli aspetti fisiologici e psicologici. Tutte le informazioni rilevanti, come i sintomi e altre caratteristiche generali del paziente, vengono raccolte e intrecciate fino a formare il cosiddetto “modello disarmonico”, che descrive una situazione di “squilibrio” nel paziente. La tecnica diagnostica orientale non fa saltare fuori un’entità patologica specifica o una causa precisa, ma l’intera persona. La questione di causa-effetto è sempre secondaria al modello complessivo. Non si chiede che cosa X causa a Y, ma qual è la relazione tra i due[9]. I Cinesi sono interessati in discernere le relazioni nelle attività umane che si verificano simultaneamente. La logica della medicina cinese è sintetica e pragmatica, tenta di organizzare sintomi e segni in configurazioni comprensibili. Tutto ciò fornisce il pretesto per il trattamento. In medicina cinese, il percorso anatomico di un sistema dell’organismo è meno importante della sua funzione.

Questa tendenza a non fissare aree, enfatizzando processi più che entità salde, è contraria all’approccio occidentale. Il medico Cinese valuta la risposta fisiologica e psicologica generale e specifica del paziente, ad una entità patologica. Egli si basa sulla idea che nessuna singola parte può essere compresa tranne che in relazione all’insieme delle parti. Un sintomo non risale ad una causa, ma è visto come una parte della totalità. Si vuole comprendere come il sintomo s’adatta nell’essere del paziente. La malattia si trova anche, e soprattutto, nel contesto di vita e nella biografia personale. Capire il modello globale, con il sintomo facendo parte di esso, è la sfida basilare della MTC. Secondo Kaptchuk, si può affermare che il sistema cinese non è meno logico dell’occidentale, è solo meno analitico e più dialettico.

 

Giovanni Turchetti

 


[1] Kaptchuk, T.J., The web that has no weaver. McGraw-Hill, New York, 2000, p. 283

[2] Ibidem, p. 284

[3] Ibidem, pp. 284-289

[4] Jullien, F., The propensity of Things, p.174, citato in Kaptchuk, p. 285

[5] Jullien, F., The propensity of things, p. 102, citato in Kaptchuk,  p. 288

[6] Citato in Kaptchuk, T.J., The web that has no weaver. McGraw-Hill, New York, 2000, p. 290

[7] Ibidem, p. 288

[8] Ibidem, pp. 288-289

[9] Ibidem, p. 4

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *